Sono passati alcuni giorni dalla presentazione e il pre-lancio della piattaforma Telegram Promote o meglio Telegram Ads. In questi giorni noi abbiamo provato la piattaforma e abbiamo cercato di farla a pezzi e spiegarvi il suo funzionamento. Allo stesso tempo ci siamo messi in ascolto e abbiamo cercato di capire come si sarebbe evoluta la situazione. Quindi eccoci qui per fare il punto della situazione, alla luce di alcuni test fatti da Pavel Durov con il suo canale Telegram in russo e soprattutto dopo i primi test realizzati da altri canali.
Mettetevi comodi perché si inizia.
Telegram Ads: caro Pavel Durov NCSP (non ci siamo proprio)
Come dicevamo prima, i primi test sono iniziati nel tardo pomeriggio del 4 Novembre 2021, quando inizialmente all’interno di alcuni canali in lingua russa, che avevano più di mille iscritti e che parlavano di Telegram è comparso il primo messaggio sponsorizzato ufficiale. Messaggio che portava in questo caso direttamente al canale ufficiale in lingua russa di Pavel Durov. Dopo il tam, tam iniziale lo stesso messaggio ha iniziato a circolare anche in altri canali con più di mille iscritti in lingua russa. Ecco qui sotto l’esempio:
Fin qui diciamo che non c’è nulla di strano. Ufficialmente il messaggio sponsorizzato rispetta le regole del gioco, cioè messaggio di testo entro 160 caratteri, in linea con la lingua del canale, con il bottone per visualizzare il canale a fine messaggio e l’inserzione come ultimo messaggio del canale.
Se come la nostra curiosità non è poca, da quel momento in poi ci siamo messi a tenere d’occhio quello che succedeva all’interno del suo canale e soprattutto abbiamo voluto capire se tutto questo avrebbe avuto un effetto, visto che come già detto all’interno del gruppo InsideTelegram Lab e in fase di prova della piattaforma Telegram Ads, abbiamo notato che Telegram non fornisce nessuna statistica su quello che il potenziale pubblico che verrà raggiunto.
Quello che noi abbiamo potuto notare è che tra il post sponsorizzato e il tam, tam generato da oltre 570 canali pubblici (tra cui anche il nostro), il post è passato da qualche centinano di migliaia di visualizzazioni ad oltre 3 milioni di view. Inoltre, lo stesso canale è passato da 375.750 iscritti a 611.316 iscritti, a conti fatti in questi giorni Pavel Durov si è portato a casa 235.566 nuovi iscritti
Come detto non sappiamo quale sia stata la strategia dietro e quali siano stati i parametri, così come non sappiamo ancora se dopo questa prima fase di Test della piattaforma Telegram Promote, Pavel Durov farò un post nel blog ufficiale o nei suoi canali ufficiali su Telegram, però possiamo dire che basandoci sui numeri offerti da TGStat, che non è male come esperimento. A spanne e ipotesi, visti i numeri e considerando più o meno il numero dei potenziali canali in lingua russa e il bacino di utenza, pensiamo che questo esperimento iniziale per un’ora sia costato dai 3000€ ai 3500€. Però se i numeri sono questi, dal nostro punto di vista sono soldi ben spesi.
Attenzione!
Questa è una nostra ipotesi di spesa, sui numeri che possiamo vedere pubblicamente attraverso TGStat e controllando il canale di Pavel Durov in lingua russa, non abbiamo i dati ufficiali e stiamo solo facendo delle ipotesi, giuste o sbagliate, ma ci assumeremo la responsabilità la dove abbiamo sbagliato e chiederemo scusa.
Ad un certo punto, nella giornata di ieri vengo aperte le gabbie e per qualche ora iniziano a comparire in giro per Telegram finalmente delle inserzioni pubblicitarie realizzate da terzi. Una di queste è quella che potete vedere qui negli screenshot in baso.
Così come per nel caso del primo esperimento fatto da Pavel Durov con il suo canale, anche le caso di Outfits. In questo caso, analizzando la situazione e incrociando i dati con quelli di TGStat, abbiamo visto che il canale è passato da 246 iscritti al canale il 6 di Novembre ad oltre 4670 nella serata del 7 Novembre, attestandosi oggi 8 Novembre intorno ai 4500 iscritti. È inutile dire che anche qui tra il tam, tam e le varie chiacchierate sicuramente il canale ha attirato l’interesse di molti.
Insomma con questi due esempio, possiamo dire che se le regole del gioco vengono rispettate, tutto sommato la pubblicità non è così invasiva e pare che pure i numeri tra investito e guadagnato non sono proprio malissimi. Il problema arriva dopo.
Infatti ad un certo punto, noi così come altri colleghi che parlano di Telegram ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va. Non solo noi ci accorgiamo di questa cosa, ma gli stessi utenti.
Come potete vedere da questi screenshot, ad un certo punto sembra che queste inserzioni pubblicitarie non rispettino più le regole del gioco:
- essere in tema con gli argomenti del canale
- non rimandare ad altri profili o account che non siano quelli dal canale per cui si sta realizzando l’inserzione
- i messaggi promozionali non dovrebbero portare a cit “Prodotti o servizi finanziari ingannevoli o dannosi“
Questi sono alcuni degli esempi e alcune delle cose che non vanno più bene agli utenti comini e agli amministratori di canali, che hanno iniziato a chiedere ancora di più a grande voce la possibilità di disattivare le inserzioni pubblicitarie. Qualcuno ha anche chiesto che vengano sospesi i test se i canali disposti a sponsorizzarsi oggi sono questi. Ed effettivamente non hanno tutti i torti.
Siamo coscienti che lo scopo di Telegram Ads è quello di far diventare popolare un canale o un bot che oggi gode di poca visibilità, ma allo stesso tempo ci devono essere dei moderatori che controllino queste inserzioni prima che vengano accettate. Perché ne va dell’immagine della piattaforma appena annunciata e soprattutto la premessa di non dare visibilità a chi potrebbe approfittarsene. Però se le prime inserzioni diverse da quelle che portano al canale Telegram in russo di Pavel Durov, in parte non rispettano le regole del gioco e sono pure truffaldine a questo punto tanto vale mettere stop e rivedere tutto da capo.
Tutti gli utenti di Telegram sono cosciente che la piattaforma, il progetto e la società Telegram LLC ha bisogno di soldi, qualcuno è disposto anche a pagare per non avere pubblicità oppure a sostenere l’ecosistema, ma allo stesso tempo non si può essere presi in giro così. Se questo è quasi un tana libera tutti, tanto valeva mettere il costo di entrata a 5000€ e chi si è visto si è visto. Perché a questo punto, il fatto che Pavel Durov ci prometta che le inserzioni non ci tracciano, ma sono collegate solo all’argomento del canale, a noi non è che ci fa stare tanto tranquilli se poi dietro l’angolo c’è l’inserzione truffaldina.
Per carità, lo sappiamo che il web si basa si inserzioni truffaldine e gente senza scrupoli, ma se scrivi una linea guida sull’utilizzo della piattaforma, lo ripeti in tutti i punti necessari, inizi a litigare con Burger King perché hai detto che i fast food non possono sponsorizzarsi, ma tu permetti a canali non ufficiali e gestiti da chissà chi in cui si parla di prodotti o servizi finanziari, significa che qualcosa non va.
Ieri ad un certo punto Twitter era invaso da decine e decine di screenshot di utenti russi che si lamentavano di questa cosa. Quindi veramente non ci siamo, se l’inizio è così. Perché alla fin fine avere due esempi di coerenza e 18 di incoerenza, tanto vale che venga ripensata meglio la piattaforma.
Conclusione
Come già detto nel post di ieri, in cui si parlava del fatto che Telegram non sarebbe diventato a pagamento, si sapeva già che la piattaforma Telegram Ads e che questo sistema di monetizzazione avrebbe creato una grandissima confusione tra le persone. Non solo, ribadiamo che questa cavolata, è di nuovo un altro punto e una risorsa per tutti i detrattori di puntare il dito contro tutto il progetto Telegram. Con la differenza che questa volta i detrattori hanno dalla loro parte anche un pochino la comunità che è attiva su Telegram.
Onestamente parlando, siamo disposti a raccogliere i soldi e pagare per non avere pubblicità nel nostro canale. Non siamo disposti a fare pubblicità a chi usa la piattaforma in modo sbagliato. Questo progetto non ha banner pubblicitari e non intendere metterli, quindi non ci sembra giusto dare visibilità a cose fuori dal contesto dei nostri argomenti e ancor peggio a progetti e servizi finanziari di dubbia provenienza. Se i canali in questione sono ufficiali PayPal, Coinbase, Biance, Intesa, BNL e chi più ne ha più ne metta, va bene non ci sono problemi, ma dare visibilità a chi ha una bio di dubbia certezza e un canale gestito male, anche no.
Questo è quello che pensiamo noi e quello che abbiamo osservato dal 4 Novembre alla mattina dell’8 Novembre, adesso la voi la parola. Lasciate un commento qui sotto.
Come al solito, vi aspettiamo sul nostro canale ufficiale su Telegram, ma anche nel supergruppo InsideTelegramLab. Inoltre, se considerate che il nostro lavoro sia all’altezza delle vostre aspettative e considerate che questo progetto meriti il vostro sostegno, potete offrirci un caffè direttamente qui.